Come si guarisce dalla capsulite adesiva o spalla congelata
9 Settembre 2024Il dolore alla spalla che compare durante la notte è un problema che accomuna molte persone, di età compresa tra i 40 ed i 70 anni.
È un dolore acuto, persistente che spesso impedisce di appoggiare la spalla dolente sul letto e che diminuisce leggermente con l’assunzione di farmaci antinfiammatori.
Questo tipo di dolore si avverte poco o niente durante il giorno, quando la spalla viene sollecitata per lavoro o per attività domestiche e si presenta invece in forma acuta di notte, quando l’articolazione è a riposo. Perché questo? La spiegazione più verosimile è la seguente:
la notte i nostri muscoli sono rilassati grazie al sonno e questo porta a un aumento fisiologico dello stiramento dei tendini e della capsula. Se in queste due strutture risiede un problema (ad esempio una lesione del tendine, una calcificazione o una capsulite adesiva) la spalla diventa dolorosa e sintomatica proprio durante la notte e leggermente al mattino appena svegli.
Le cause del dolore notturno alla spalla
Come anticipato, alla base di questo dolore c’è un problema ai tendini o alla capsula, che emerge per via del loro stiramento. Nello specifico, le cause più ricorrenti del dolore notturno alla spalla si possono ricondurre a:
- Lesioni dei tendini dei muscoli della spalla: questa condizione viene spesso trascurata per molto tempo, in quanto si manifesta solitamente in soggetti che fanno attività pesanti e hanno quindi sviluppato una grande massa muscolare peri articolare (deltoidi, pettorali, trapezi) che compensa il deficit funzionale conseguente a lesioni tendinee della cuffia o del bicipite brachiale. Queste lesioni possono prodursi in maniera graduale, senza che possano essere collegate a gesti o traumi specifici, e manifestarsi improvvisamente in maniera acuta e molto dolorosa.
- Calcificazione: molto frequentemente il dolore notturno alla spalla acuto colpisce soggetti di mezza età, soprattutto donne, che non avevano mai sofferto in precedenza di algie o limitazioni nei movimenti in questa articolazione. In questi casi la causa scatenante risulta essere l’accumulo di depositi di calcio nei tendini dei muscoli che compongono la cuffia dei rotatori (soprattutto il muscolo sovraspinoso ed il sottoscapolare) e quello del capo lungo del bicipite brachiale. Le calcificazioni risultano particolarmente irritanti per i tendini, provocandone un rigonfiamento che ne aumenta lo spessore e riducendo quindi lo spazio, già di per sé molto limitato, nel quale si articolano i capi ossi (testa dell’omero, l’acromion della scapola e la clavicola) che compongono il complesso meccanismo articolare della spalla.
- Capsulite adesiva o spalla congelata: questa grave condizione comporta dolore notturno improvviso associato a un’importante rigidità articolare, con movimenti con il braccio sopra la testa e dietro la schiena (come per slacciare il reggiseno o prendere il portafoglio) che risultano quasi impossibili. La rigidità della capsula che avvolge l’articolazione comporta condizioni molto limitanti per il soggetto colpito, che difficilmente ricorda possibili cause scatenanti. Il dolore spesso è riferito dal paziente con l’espressione “…come un cane che morde”.
- Patologie con problemi endocrini della tiroide, diabete, irregolarità ormonali del ciclo mestruale.
- Artrosi della spalla: con l’avanzare dell’età (ma non solo) l’artrosi, la degenerazione della cartilagine, può frequentemente interessare la spalla e scatenare dolori notturni molto intensi e difficilmente contrastabili con i normali farmaci antinfiammatori.
- Artrite acromion-claveare: una infiammazione del menisco presente tra due ossa: clavicola e acromion. Il dolore viene scatenato poggiandosi sulla spalla ed è quasi sempre estremamente localizzato. L’articolazione AC si può infiammare in seguito a posture errate, micromovimenti ripetuti o traumi.
- Artrite reumatica o infettiva: la spalla può essere interessata da forme artritiche reumatiche, quali l’Artrite Reumatoide, o da artriti infettive da virus o batteri.
Come trattare il dolore notturno alla spalla
Le lesioni tendinee parziali possono trarre un grosso beneficio dalla fisioterapia, purché sia eseguita e guidata da un terapista specializzato nella rieducazione della spalla. Sarà premura del terapista eseguire terapie fisiche quali il Laser e la Tecarterapia, ma soprattutto iniziare immediatamente la rieducazione funzionale per recuperare la normale biomeccanica del cingolo scapolare con conseguente diminuzione o scomparsa dei sintomi.
Le lesioni complete dei tendini, invece, necessitano il più delle volte della riparazione chirurgica (quando la distanza tra gli estremi tendini consente l’intervento) e di una lunga fase riabilitativa di circa 5 mesi. In caso di lesioni irreparabili la fisioterapia consente comunque di recuperare una buona funzionalità di questa articolazione e migliorare notevolmente la qualità delle attività quotidiane. In caso contrario, se il dolore incide sulla qualità della vita si può valutare l’intervento di protesi inversa.
La calcificazione può essere approcciata con due diversi trattamenti:
- Trattamento conservativo: 3-5 infiltrazioni di cortisone e soluzione fisiologica e una fisioterapia mirata e specifica.
- Trattamento chirurgico: necessario qualora il trattamento conservativo non abbia avuto successo o la calcificazione sia di grandi dimensioni. In artroscopia viene rimossa la calcificazione e, se necessario, viene suturato un tendine, probabilmente lesionato dalla calcificazione stessa. Si procede poi con 2 mesi circa di fisioterapia specifica.
La capsulite o spalla congelata prevede un lavoro di rieducazione funzionale da parte del fisioterapista. L’Ortopedico può aiutare la sua azione riabilitativa con infiltrazioni intra-capsulari, con l’obbiettivo di diminuire l’infiammazione. In questo modo, si consente al terapista di sfruttare la “finestra” più aggredibile eseguendo, con la terapia manuale, uno stretching specifico della capsula. Eseguire la fisioterapia parallelamente alle infiltrazioni consente al paziente e al terapista di lavorare meglio, con meno dolore ed essere più efficaci nel trattamento.
L’artrite acromion-claveare viene trattata eseguendo generalmente 3 infiltrazioni di acido ialuronico, che aiuta a sfiammare e lubrificare il menisco. Parallelamente è di vitale importanza l’inizio della fisioterapia con un fisioterapista specializzato. Con il fisioterapista si cercherà di riportare la scapola nella posizione corretta e dare un input alla postura errata che è proprio la causa più frequente di questa patologia. Ovvero? La scapola è eccessivamente in “tilt anteriore” e questo porta a “chiudere e costringere” il menisco articolare facendolo, alla lunga, infiammare a causa di un continuo frizionamento. Di conseguenza la terapia corretta e duratura è riportare la scapola nel corretto “tilt posteriore” il che consente all’articolazione acromion-claveare di essere libera di muoversi ed evitando il frizionamento. Questo diminuisce ed elimina l’infiammazione e di conseguenza il dolore.
Le forme più gravi di artrosi di spalla possono trovare un grosso beneficio dall’intervento chirurgico di Protesi anatomica o inversa a seconda della situazione specifica del paziente.
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